60° anniversario di El Alamein: una vergogna dei vertici militari e politici

Il Comandante paracadutista Marcello Morelli, ha scritto una lettera aperta (che integralmente riportiamo), al Generale di Corpo d’Armata  INC. PAR. MARCO BERTOLINI che, in occasione della ricorrenza del 60° anniversario della storica, gloriosa ed eroica battaglia di El Alamein svoltasi presso lo Stadio di Pisa, aveva pesantemente stigmatizzato il comportamento di quei paracadutisti, giunti da tutta Italia e qualcuno anche dall’estero, che avevano “osato” fischiare il Ministro della Difesa reo, insieme al Ministro Terzi e al Governo Monti tutto, di non aver fatto quasi nulla per riportare in Patria i due marò illegalmente detenuti in India solo per aver fatto il loro dovere.

Sig. Generale,

è chiaro e anche comprensibile che con la Sua lettera Ella voglia tutelare la Brigata Paracadutisti “FOLGORE”, separandone giustamente la responsabilità da quanto accaduto allo stadio di Pisa.

Sappiamo come negli anni ’60-’70-’80 la Brigata e i Comandanti dell’epoca siano stati nell’occhio del ciclone sia da parte dei politici sia dei Vertici militari ogni qualvolta i Paracadutisti a Pisa e Livorno venivano coinvolti in episodi, chiamiamoli con il loro nome: scontri, che avevano all’origine le provocazioni di prepotenti impuniti che, forti del numero, aggredivano i paracadutisti in libera uscita. Lei c’era Sig. Generale e di questi fatti e del clima successivo ne è al corrente. Paracadutisti colpevoli comunque, a prescindere!

Bene, sono quei ragazzi di allora i Paracadutisti in congedo, non “borghesi” con o senza basco, non “indignados” da curva sud come Lei, mi permetta, inelegantemente li definisce, che in modo più o meno opportuno intendevano solo manifestare spontaneamente la loro solidarietà ai Fucilieri del San Marco ingiustamente detenuti in India e nel contempo protestare contro chi, già Comandante di uomini, nella loro, e mia, percezione non aveva fatto abbastanza per tutelarli. Nessuna direttiva al riguardo, nessuna organizzazione, solo una istintiva reazione alla vergognosa situazione che vede sequestrati da oltre otto mesi due militari italiani che assolvevano al compito loro assegnato. Se vi fosse stata un’organizzazione delle proteste queste avrebbero avuto dei limiti in alcuni momenti quali l’omaggio alle Bandiere di Guerra ma nessuno dirigeva l’orchestra e non è stato evitato quanto invece sarebbe stato doveroso.

Molti di loro avevano trascorso la notte in viaggio e percorso centinaia di Km. non per fare il tifo per la squadra del cuore, erano lì, come da anni, per circondare con il loro affetto la loro, la nostra Brigata e nei momenti solenni della cerimonia questo hanno fatto, cantando l’Inno nazionale, applaudendo in segno di cordoglio alla citazione del cap.le Chierotti, deceduto in Afghanistan, assistendo nel silenzio e con rispetto alla consegna delle decorazioni e poi applaudendo. Questo ha dimostrato il rispetto dei Paracadutisti congedati verso la Folgore! Per il resto il mio “Marò liberi” si è unito a quello dei Fratelli paracadutisti, di cui mi onoro di far parte.

Paracadutista in congedo Marcello Morelli