Alcune idee per liberare Latorre e Girone dalle carceri indiane

di Pasquale A. Di Todaro

Il 3 aprile scorso il nostro Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, rivolgendosi ai manifestanti che sventolavano striscioni in favore della liberazione  dei marò, Latorre e Girone, “trattenuti” nel carcere di Trivandrum (India) con accuse totalmente infondate  aveva detto: “situazione difficile” e “se qualcuno oltre a mettere qualche striscione ha delle idee, aspettiamo di conoscerle”. Ci scuserà il ritardo, ma eravamo impegnati a seguire lo schifo dei partiti che sperperano i soldi dei contribuenti, malgrado un referendum avesse abolito il finanziamento pubblico. Ma tanto, il parere dei sudditi al quale la classe politica ci ha ridotti, pardon cittadini, per i politici, non conta nulla. 

Strano, signor Presidente Napolitano, proprio Lei che proviene da un partito che era, non solo alleato, ma finanziato direttamente dall’Unione Sovietica e che in Italia ha sventolato striscioni e bandiere rosse a iosa, tanto da far diventare indigesto il colore rosso, viene a rimproverare gli italiani che manifestano per una giusta causa?

Comunque, accogliamo il suo invito e ci permettiamo sottoporLe alcune idee, in parte condivise da alcuni organi di stampa: I nostri soldati sono dislocati in mezzo mondo per proteggere  la pace mondiale, con un costo eccessivo sia in termini di vite umane (tanto a morire sono i colleghi dei due marò), che in termini economici che di questi tempi per noi italiani è un lusso, perchè non minacciare il ritiro dei nostri soldati da tutte le aree dove sono impegnati? Vedrebbe, caro Presidente, che gli alleati si preoccuperebbero e ci darebbero una mano per risolvere la situazione dei nostri fucilieri di Marina. O forse è meglio tenere lontani dall’Italia i nostri militari, vista l’aria che tira in patria tra suicidi di imprenditori, di operai, di disoccupazione a livelli record e, dulcis in fundo, lo sperpero dei finanziamenti pubblici ai partiti mentre il Paese è quasi allo stremo? Sa, non si sa mai!

Ma non basta ancora.

Perché non ritirare il nostro ambasciatore da New Delhi? Perché non chiedere l’intervento delle Nazioni Unite, tenendo presente che siamo in Libano a suo nome e che Latorre e Girone erano a bordo della nave in servizio antipirateria per una missione europea? Perché, visto che la signora Catherine Ashton che rappresenta l’Europa non si è molto prodigata per la sorte dei nostri soldati del Reggimento San Marco, non ritirare le nostre navi dalle coste della Somalia?

Ecco, vede signor Presidente, queste sono solo alcune delle idee, forse balzane, ma potrebbero essercene altre ancora che Lei, con la Sua esperienza e saggezza, certamente saprà individuare.

La informiamo, inoltre, che Il giorno 12 maggio p.v., alle ore 19, in piazza Santi Apostoli a Roma, ci sarà una fiaccolata per non dimenticare Latorre e Girone a cui parteciperanno anche i famigliari dei due militari, e non sarebbe peregrina l’dea che Lei, in segno di solidarietà, vi partecipasse. Almeno idealmente, e sarebbe un bel segnale.