“Fondo Casella”: intervista virtuale e semiseria con Paolo Cagna Ninchi animatore e fulcro del Comitato milanese

servizio a cura di Renato Brandi

Roma, 28 aprile 2015 – Onde sdrammatizzare un pochino le … disgrazie dei pensionati del6544_a6096 “Fondo Casella” a cui sono state ridotte le pensioni integrative di ben il 50%, abbiamo pensato di “riderci” un pò su con del sarcasmo che, in fondo, rivela una grande verità: la confusione che regna tra i pensionati che, forse per l’età, non tutti hanno la lucidità di saper distinguere i VERI comitati spontanei sorti per contrastare chi ha ridotto il Fondo in miseria, ed i FALSI che, forse pilotati dai “soliti noti”, cercano di disinformare sia i lavoratori attivi che i pensionati. Molti cercano, per spendere meno, di unirsi e presentare una sola querela con tante firme, ed è una ipotesi, ma che non acquista la forza che dovrebbe avere un’azione del genere; altri, e sono i più, spendono qualche euro più degli altri, ma l’impatto psicologico sui Tribunali e sui Giudici, è diverso se si vedono sommersi da una valanga di querele e tutte con le stesse motivazioni. Oltre a fare le querele o altra azione, sarebbe preferibile ascoltare il parere sia degli avvocati che di un esperto in psicologia forense: è ciò che hanno fatto i sei pensionati romani ex dipendenti del Corriere della Sera, perchè nessuno è così masochista da voler spendere più soldi per una querela. Avremmo anche noi potuto fare una querela unica con sei firme non vi pare? Se la scelta è stata diversa, dei motivi ci saranno.

DAL DISCORSO DI INTENTI DI PAOLO CAGNA NINCHI Milano pubblicato il 16 Marzo 2015  https://www.facebook.com/salvailfondo?fref=ts

cagna

Palo Cagna Ninchi

Di seguito una nota di Paolo Cagna Ninchi che, ricordiamo, è stato per moltissimi anni il dominus sindacale della CGIL del Corriere della Sera di Milano, relativa all’ultimo incontro con il sig. Potecchi (esperto di bilanci) tenutosi a Milano: “Vi informo, in sintesi, dell’incontro avuto il 9 marzo scorso con Potecchi su bilancio e azioni possibili.
Con una documentazione analitica preparata da Lino Tordini e il contributo tecnico di Sandro Potecchi è risultato evidente che il fondo era fuori controllo a partire dal 2004 e che da allora, anziché avviare una politica di riduzione dei costi di gestione, interventi graduali e coerenti con l’andamento del settore, dal 2005 si sono utilizzati i fondi a capitalizzazione a copertura dei fondi a ripartizione e dal 2008 anche i fondi del Tfr. Questa situazione, la mancata11078226_272662862904256_5404178822459984608_n copia programmazione di interventi su diversi livelli ha portato ai tagli violenti degli ultimi due anni senza però che questo garantisca il futuro del fondo né per i pensionati né per gli attivi che rischiano di più. In questa situazione è risultata anche evidente la responsabilità dell’organismo di controllo, la COVIP. Ribadendo quanto proposto nell’assemblea di Milano l’obiettivo è dare al fondo una gestione efficiente e fare interventi per la salvaguardia del fondo con trasparenza e partecipazione in modo che le scelte siano efficaci e non ci cadano più sulla testa”.

Signor G – Oh stai a vedere che adesso ci dobbiamo anche pagare questi due che neanche conosciamo e non sappiamo a che cosa possano servire. Rammento, a chi legge, che il grande Lino Tordini è il “libero pensatore” che ha formulato la geniale frase di seguito fotografata!! Per chi volesse approfondire: https://www.facebook.com/salvailfondo/posts/777851745636789Screenshot 2015-04-26 19.14.55

Geniale, magari lo metterei scritto con un post it adesivo sul frigorifero di quei “signori” del CDA che, appena lo leggono, se la fanno sotto dallo spavento!! E adesso Vi racconto la favola conseguente a queste accurate indagini dei tecnici.

Ipotetico dibattito tra Paolo Cagna Ninchi con il signor G

Paolo Cagna Ninchi – Un’azione di responsabilità nei confronti degli organi di gestione e organi di controllo. Per questo si propone una class-action per lesione dei diritti collettivi tutti uguali.

Signor G – Bada che non è possibile, perché c’è un decreto governativo e un 22 bis, messo ad arte nello statuto (forse è intervenuto qualche alieno e non se ne sono accorti), che non ti consente una azione civile. Ma dove vivete?? Penso nel mondo delle favole che raccontate ai lavoratori (fino a qui vi è riuscito, adesso è ora di piantarla)

Paolo Cagna Ninchi – L’azione di responsabilità ha, come scopo finale, quello di rivedere drasticamente la gestione del fondo dividendo la gestione, affidata a tecnici, e controllo affidato a firmatari degli accordi e rappresentanti di pensionati e lavoratori attivi. Pensionati e lavoratori1 devono eleggere i membri dei due CdA.

Signor G – Questa è ancora più bella, l’avete presa da “Cappuccetto Rosso” o da “Pulcinella servo di due padroni”? Non è automatico, come conseguenza del procedimento si deve fare una procedura per cambiare lo statuto!! (Speriamo che intervenga il solito alieno di notte e, a sorpresa, ve la ricordate la storia di quel signore che si è trovato l’appartamento al Colosseo ristrutturato a sua insaputa?)

Paolo Cagna Ninchi – Per la gestione del fondo si deve procedere alla divisione dei due bilanci, uno a capitalizzazione, uno a ripartizione con una certificazione esterna e pubblica, in modo da determinare gli interventi impropri.

NEWS_116806Signor G – Vorrei sapere quanti conoscono tutte le gabole che avete messo in piedi nel corso degli ultimi anni e sono in grado di capire come ti esprimi, caro sindacalista!! Facci capire bene, se ne hai il coraggio, e vai a recuperare le somme non versate dagli editori che sono svariati milioni e sono esigibili da subito: continuiamo a leccare il culo ai potenti e sbeffeggiamo i pensionati? (anche questo risulta dall’esame dei bilanci. Non lo sapevate? Ve la fanno tutto sotto il naso, poverini siete dei bambinoni ingenui! Qualcuno ancora ci crede? Penso proprio di no caro signor 10438891_273878929449316_612871986534091427_n copiaCagna & Co.)

Paolo Cagna Ninchi – Per fare questo, occorre ovviamente formalizzare i soggetti proponenti che devono essere pensionati e lavoratori attivi, costituendo un’associazione di scopo. Occorre, quindi, un effettivo coordinamento che coinvolga chi ha aderito alla diffida ed è disponibile a proseguire l’azione. I prossimi passi sono gli incontri con gli avvocati per valutare le modalità della class-action…”

Sono in molti che stanno a galla da tempo immemorabile, servono i nomi ? Penso di no, stronzoli conosciamo tutti…. MEDITATE GENTE !!!

 Signor G – Dunque vediamo, formalizzare…………… Ah, ho capito, mettiamo sotto formalina i pensionati e i lavoratori attivi, naturalmente H24 per conservarli, e li mangiamo più tardi. Mi sembra ottimo come proponimento!!! La risposta finale, spero di tutti i pensionati del Fondo, si riassume in breve:

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