La casta non vuole rinunciare all’ultima tranche del finanziamento

e loro ridono... ma che c'avranno da ride?

Il Presidente Giorgio Napolitano, alla consegna della candidatura dei David di Donatello ha dichiarato che “Per uscire dalla crisi, bisogna recuperare la fiducia in noi stessi e recuperare la fiducia degli altri. Compito del governo e delle varie formazioni politiche, in questa fase politica così complicata e fuori dagli schemi, è provare le vie di rigenerazione della politica di cui abbiamo assolutamente bisogno”.

Per tutta risposta i relatori Bressa e Calderisi, che stanno preparando delle proposte di legge che riguarda soprattutto il finanziamento pubblico dei partiti, hanno fatto sapere che stanno ancora discutendo su un punto e che hanno chiesto ulteriore periodo di tempo al presidente della Camera.

I nostri “incaricati” hanno spiegato in una breve nota il perché del loro ritardo. Siccome avrebbero deciso di ispirarsi al modello tedesco, spiegano, prevedendo “accanto al contributo per le spese elettorali un nuovo sistema di cofinanziamento”, e siccome si è prevista “una drastica riduzione dell’ammontare complessivo delle risorse destinate ai partiti e ai movimenti politici”, questa operazione “richiede una messa a punto tecnica” nonché “l’armonizzazione con la normativa vigente”. Ne segue dunque la necessità, a parere dei relatori, di altri giorni di tempo per presentare il testo base.

La verità invece è un’altra ed è molto amara perché in effetti la casta non vuole ridursi neanche di un euro l’ultima tranche del finanziamento pubblico previsto per il mese di giugno. Non dimenticate che Bersani ha detto che senza quei soldi, il PD chiude, mentre Casini fa finta di nulla e Alfano confonde le idee con il nuovo partito che nascerà autofinanziato. Ve la ricordate la frase di Totò? “Ma ci faccia il piacere….” Andate a prendere per i fondelli qualcun altro. Gli italiani si stanno svegliando dal torpore anestetizzato in cui erano caduti  inquesti anni.