Le querele dei lavoratori poligrafici contro il “Fondo Casella” passano di mano in mano dei PM, finora sono tre: Perché?

servizio a cura di Pasquale A. Di Todaro

R o m a – Siamo costretti a ripubblicare l’intervista ai due legali perché ci sembra che a piazzale

la "GIUSTIZIA"Clodio, sede del Tribunale Penale di Roma, la cosa stia prendendo una piega diversa da quella che ci si aspettava ovvero: il caso viene prima assegnato al PM dott. Palamara che dopo poco viene trasferito ed il caso passa alla dott.ssa Nespola ma, è cosa di questi giorni, il caso Fondo Casella viene assegnato ad un nuovo magistrato, il dott.Lionetti. Come mai tutti questi passaggi?

E come mai ci sono pressioni affinchè il procedimento venga abbinato a quello dell’INPGI (ente pensionistico dei giornalisti) che nulla ha a che vedere con il ”Fondo Casella” che non è un ente pensionistico ma un erogatore di pensioni integrative che è cosa ben diversa? Si vuole forse fare la cosiddetta “ammuina” per mandare tutto all’aria e trasferire, se ciò avvenisse, il procedimento ad un altro Pubblico Ministero? Si vuole forse andare verso le cosiddette “nebbie” ed arrivare alla prescrizione dei reati e così chi si è visto si è visto? I Poligrafici, che nulla hanno a toghe-avvocati-2che fare con i giornalisti se non per aver lavorato insieme ma in campi sicuramente diversi, si appellano al Presidente del Tribunale dott. Massimiliano Scarozzi affinché non permetta questo abominio che, se ciò avvenisse, lo si riterrebbe personalmente responsabile in quanto titolare della sezione. Si sappia, sin da ora, che non arretreranno di un passo dinanzi a nulla e che, se sarà il caso, ci sono altri organismi europei che possono intervenire in merito se la Giustizia italiana non si mostrerà all’altezza del suo compito precipuo, che è quello di amministrare la Giustizia, ma quella con la “G” maiuscola, volterà loro le spalle. E’ una promessa, non una minaccia!

Non è che siccome sono implicati anche sindacalisti, sindacati, e financo il Partito Democratico che pare, ma non ne siamo certi, è stato finanziato dal Fondo Casella con 2,5 milioni di euro per le scorse elezioni politiche si vuole insabbiare il tutto? Il defunto Andreotti diceva: a pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca. E’ questo il caso?

Ecco quanto avevamo pubblicato nei mesi scorsi:

I lavoratori poligrafici sono in subbuglio ed in ambascia perché il “Fondo Casella” che eroga loroultima cena le pensioni integrative, ha ridotto nel 2014 del 25% e, nel 2015 per un altro 25% per complessivi 50% l’emolumento delle pensioni e, dicono, per un periodo limitato nel tempo in quanto le casse del Fondo non sono più in grado di sostenere quanto previsto dallo Statuto e da quanto versato dai lavoratori

Sei pensionati romani del Corriere della Sera, dopo essersi tra loro consultati, e avendo notato che su un social network nascevano dei comitati per lo più facenti capo ad ex sindacalisti o a loro riconducibili, hanno rotto gli indugi ed hanno interpellato un penalista, l’avv. Alessio Ciasco (tel. 3926391180 e-mail: ciasco.alessio@libero.it), ed un costituzionalista, l’avv. Fabio Di Marziantonio (tel. 3357076956 e-mail: fabiodimarziantonio@virgilio.it), ai quali hanno dato mandato di difendere, in ogni sede, i loro interessi ritenendo ingiustificati il dimezzamento della loro pensione integrativa. L’avv. Ciasco per prima cosa ha fatto periziare i bilanci degli anni 2012 e 2013 e, alla luce di quanto asserito dai periti, ha sporto denuncia querela per appropriazione indebita mentre l’avv. Di Marziantonio sta preparando un ricorso contro la COVIP (l’ente statale preposto al controllo dei bilanci dei Fondi), per omesso controllo sui bilanci del Fondo Casella.

codicePer avere maggiori delucidazioni e per fugare i dubbi che ad ogni piè sospinto vengono avanzati da più parti e purtroppo, anche da pensionati che non hanno altro da fare se non denigrare il lavoro dei legali ed i sacrifici economici di altri loro colleghi e sperando, da veri crumiri o sindacalisti o ex tali, quali si palesano, che gli si tolgano le castagne dal fuoco come si suol dire, a beneficiare dei sacrifici altrui (che per loro sfortuna così non sarà e che tra l’altro ci portano pure jella), abbiamo rivolto ai due legali alcune domande:

D. –  Avv. Ciasco, può illustrarci le conclusioni a cui sono giunti i periti?

R. – Le conclusioni a cui sono giunti i periti che hanno esaminato dettagliatamente la Perizia (pagatadai vostri colleghi di Roma), si è evinto che il Fondo Casella è un fondo pensione integrativo che ha tre linee di investimento: una di breve, una di media e una di lunga durata; l’ultima riguarda solo investimenti azionari, la seconda mista, la prima solo obbligazionaria. Ovvero, man mano che ci si avvicina alla pensione, si cambia linea di investimento. Il problema è nato su investimenti sbagliati sui fondi azionari i quali sarebbero dovuti essere sanati con la vendita e non  la svendita delperiticommercialisti patrimonio immobiliare il quale era valutato €65 milioni ed il rimante €12 milioni; paradossalmente, i fondi di investimento nel 2012, salivano con utili al 5%, anno 2012. Il fondo, inoltre, versava in una situazione di agire a recupero del proprio credito verso gli editori, o di disinvestire i soldi ricavati dal buon andamento del mercato azionario, LEDENDO, quello che noi penalisti chiamiamo, diritto acquisito. Esempio, so che prendo “A” mi impegno finanziariamente per “A”. Il fatto penale è avvenuto quando i soldi guadagnati, invece di ripagare i buchi di bilancio,  sono usciti con perizie e parcelle gonfiate, agli stessi appartenenti del fondo del Consiglio di Amministrazione palesando una sottrazione e appropriazione indebita. La competenza territoriale, è Roma.

D. – Quali sono gli eventuali reati di cui i membri del C.d.A del Fondo Casella si è reso responsabile?

R.APPROPRIAZIONE INDEBITA – L’appropriazione indebita è una fattispecie direato riconosciuta – con diverse denominazioni – in numerosi sistemi giuridici contemporanei (embezzlement nella Common law britannica, abus de confiance nel sistema giuridico francese, ecc.) con il comune denominatore di appropriazione di beni di cui si sia già inpossesso, a differenza del furto che presuppone anche una presa di possesso del bene alienato. Nell’antichità essa si confondeva nel più generale concetto di “furto”. Alcuni casi di appropriazione indebita vengono descritti come furtum detenutonelle leggi delle XII tavole, e tale concezione continua anche nel Digesto. Solo a partire dal tardo medioevo una distinzione tra furtum proprium e furtum improprium (quest’ultimo caratterizzato in genere dal detenere già i beni in proprio possesso), comincia a prevedere una distinzione tra le due fattispecie.

D. – Può spiegarci come sono stati impiegati i 60 milioni di euro che il Fondo ha messo a bilancio dopo l’alienazione del patrimonio immobiliare?

R.sono usciti con perizie e parcelle gonfiate agli stessi appartenenti del Fondo del Consiglio di Amministrazione palesando una sottrazione e appropriazione indebita.

Dispositivo dell’art. 8 Codice di Procedura Penale

La competenza per territorio è determinata dal luogo in cui il reato è statoconsumato[390, 701, 724, 731 c.p.p.] (1). Nel caso di specie il luogo ove ha sede il Fondo, ovvero,immobili Roma.

Ed ora alcune domande al costituzionalista avv. Fabio Di Marziantonio

D. – Alla luce della risposta che la COVIP ha già dato ad un altro legale sullo stesso argomento, lei come intende procedere?

R. – Richiedendo alla COVIP il motivo del mancato controllo inoltre, ai sensi del vostro statuto, è possibile farsi liquidare dietro sentenza le riserve matematiche poste in essere dal 1995 ad oggi.

D. – Se ci fosse, come sembra, una responsabilità della COVIP per la mancata vigilanza sui bilanci del Fondo Casella, quali possono essere le conseguenze?

R. – La conseguenza potrebbe essere un commisariamento della stessa COVIP

D. – Il Fondo Casella ha circa 32 dipendenti, sembra assunti con contratto poligrafici pur non essendo né un’azienda stampatrice, né svolge professione editoriale. A tal riguardo, ritenendo eccessivo il numero degli addetti, non sarebbe stato il caso di diminuirne il numero in un momento di crisi così grande per il Fondo? E soprattutto, come giudicate il comportamento del C.d.A. che, mentre diminuisce le pensioni, si aumenta l’emolumento?

covipR. – Come detto avevano numerose azioni da intraprendere prima di ridurre la vostra pensione.

D. – Cosa c’è di vero, se a voi risulta con certezza, che il Fondo stia per liquidare ad una parte dei pensionati, in particolar modo a sindacalisti o sindacalizzati, la “riserva matematica” da loro maturata per poi passare, ciò che resta del Fondo, ad altra gestione depauperando ulteriormente le esangui casse del Fondo e praticamente una ulteriore diminuzione della pensione per gli aventi diritto?

R. – su tale fatto non possiamo rispondere in quanto ci sono indagini in corso.