Lega Nord: Bossi e il dossier Maroni

Nella prima uscita pubblica dopo la serata dell’orgoglio padano a Bergamo, Umberto Bossi ripercorre le vicende e le inchieste che hanno coinvolto la Lega Nord. Ad Alessandria, a chi gli chiedeva se fosse a conoscenza del dossier sull’ex ministro Maroni, Bossi ha risposto di no, aggiungendo che “se lo chiedevano a me facevano prima perché io sapevo che Maroni ha la barca. Sapevo anche dove l’aveva, l’aveva sistemata in Sicilia”.

Il leader del Carroccio, commentando poi l’eventualità che vengano fuori nuovi dossier su altre persone, ha detto: “Non penso, spero di no. Spero che il cinematografo finisca presto, è solo un film”.

Sull’espulsione di Rosi Mauro, il Senatùr ha affermato: “L’ha espulsa il consiglio federale. Non voglio commentare. Mi ha detto che ha comprato i diamanti coi suoi soldi. Io non credo finché non vedo”.

A chi poi gli chiedeva se si ricandiderà alla guida della Lega Nord, Bossi ha risposto: “Non lo so”. Sul futuro del partito, il Senatùr non ha dubbi: “Di certo il nord non verrà sconfitto dai poteri romani con l’aiuto della mafia calabrese. Cercano di annichilirci, il momento è difficile, dobbiamo essere forti, non dobbiamo inginocchiarci. La nostra gente se vuole vince la partita. Buttare i soldi dalla finestra di un partito non è un reato. Annichilirci, spaventarci, no, non lo permetteremo, dobbiamo andare in piazza senza paura”.

Secondo Bossi, “le cose difficili creano la forza degli uomini che le superano. I soldi non sono quelli dello Stato, e la Lega ne può fare quel che vuole. Non è giusto quel che è avvenuto, ma non è un reato. La colpa l’abbiamo già espiata e adesso non dobbiamo inginocchiarci, ma far vedere cosa sappiamo fare, come i nostri avi con il Barbarossa e ributtarli indietro. Vi aspetto in piazza. Il sole verrà siamo tristi e colpiti ma il sole verrà”.