Lusi: chiesto l’arresto in carcere

I tre dell' "Ave Maria"

Al Senato della Repubblica è in arrivo la richiesta di arresto in carcere per il senatore del PD Luigi Lusi, per l’ammanco di 20 milioni di euro dalle casse dell’ex partito di Rutelli la Margherita, di cui era il tesoriere. Nel frattempo, sempre la Procura di Roma, ha arrestato e messo ai domiciliari la moglie di Lusi,  Giovanna Petricone e i commercialisti Mario Montecchia e Giovanni Sebastio le cui abitazioni sono state perquisite dalla polizia tributaria della Guardia di Finanza. L’accusa, per tutti, è quella di associazione per delinquere.

Il senatore Lusi, appresa la notizia ha dichiarato che “E’ un provvedimento giuridico abnorme. Alcune affermazioni – dice Lusi – non sono nemmeno riscontrate, come i poteri del Comitato di tesoreria e dei revisori dei conti della Margherita. Prendono per buone sommarie informazioni di Enzo Bianco. In sostanza – prosegue l’ex tesoriere della Margherita – nessun fatto nuovo, ma la qualificazione giuridica contenente il reato associativo. Per mia moglie la misura chiesta è per… pericolo di fuga… Nessun altra ragione.

L’avvocato Luca Petrucci, legale del senatore, afferma che “Questo provvedimento – afferma l’avvocato Luca Petrucci – arriva dopo una ampia confessione, dopo aver chiesto incidente probatorio che ci è stato rigettato. Dopo aver chiesto il sequestro del sistema informatico contabile della Margherita, su cui non c’é ancora data risposta. Dopo aver messo a disposizione della Margherita tutti i beni immobili oggetto di contestazione viene disposta una misura cautelare per la quale allo stato non si comprende su quali elementi nuovi si basi l’ordinanza”.

Di parere contrario, invece, il legale della Margherita, Titta Madia, che afferma che i suoi assistiti sono le uniche vittime del reato”. Ha dimenticato però di dire che, essendo i soldi in cassa, frutto del finanziamento pubblico del partito, i soldi sono di tutti i cittadini italiani e quindi, le vittime, siamo tutti noi.