Il premier Monti nel pallone chiama al capezzale del governo altri tecnici

I professori, che hanno molta dimestichezza con la teoria e non con la pratica non essendo mai stati “sul campo”, hanno chiesto l’aiuto di Enrico Bondi per tentare di sforbiciare la spesa pubblica usando il sistema “Parmalat” e per questo, la spending review è stata rimandata alla fine del mese di maggio.

Si tenta di recuperare minimo quattro miliardi per evitare che l’Iva aumenti in ottobre ed un altro miliardo che dovrebbe essere destinato alle imprese affinchè lo impieghino per la crescita del Paese.

E il fatto è che non solo non lo sappiamo noi, ma sembra non saperlo nemmeno il premier Mario Monti che decide di affidarsi a un altro tecnico, un super commissario: Enrico Bondi.

Il rapporto che il ministro per i Rapporti con il parlamento ha presentato ai colleghi è la base per la discussione sui possibili tagli ai costi, necessari per recuperare qualche miliardo da utilizzare per abbattere la crisi economica e rilanciare la crescita. Il governo starebbe valutando anche la possibilità di tagliare le Province, soprattutto dopo il richiamo della Bce. Per scongiurare l’aumento dell’Iva di altri due punti, Monti ha chiesto a ciascun ministro di proporre un piano di risparmi entro il 31 maggio. I criteri alla base del documento partono dal “riconoscimento dell’attività di revisione di spesa come prioritaria”. Il primo criterio operativo riguarda – appunto – la revisione dei programmi di spesa. Il secondo il ridimensionamento delle strutture dirigenziali. Poi, il premier propone di intervenire sui servizi razionalizzando sul personale e centralizzando gli acquisti. E ancora: il compattamento degli uffici, la riduzione delle consulenze e l’eliminazione delle spese di rappresentanza.

La maggioranza (PD, PDL, UDC), tuttavia, si ricompatta per porre un freno al governo proponendo tagli selettivi. Così, mentre il segretario del Pd Pier Luigi Bersani sollecita interventi mirati per scuola, il presidente dei deputati Pdl Fabrizio Cicchitto chiede attenzione al settore sicurezza. “Non si può tagliare su stato sociale o istruzione, sul lavoro e gli investimenti perchè crolliamo”, ha tuonato il leader democratico. Anche secondo l’esponente del Pdl, il governo deve “usare i bisturi e non l’accetta”. “Mentre possono essere ridimensionate le spese inerenti il personale amministrativo – ha spiegato – è necessario prestare molta attenzione a non tagliare le spese per quanto riguarda la sicurezza”.

Insomma, tutti chiedono qualcosa, ma la verità è che siamo in un gran caos: la disoccupazione che aumenta, imprese che chiudono, operai e imprenditori che si suicidano e i tecnici che si commissariano nominado altri tecnici per consigliarli.